Storia

storiaVilla di Briano è un piccolo comune della provincia di Caserta, ricco di misteri, storia e tradizioni. Dista 20 km dal capoluogo provinciale e 23 da Napoli; è posto nella zona dei Regi Lagni, al centro di un agglomerato detto “agro aversano” e conta, secondo l’ultimo censimento, più di seimila abitanti.
Presenta un’economia legata particolarmente all’agricoltura e all’allevamento di bufale, dalle quali si ricavano ottimi latticini. Le condizioni pedoclimatiche tipiche degli areali di coltivazione di certe zone di Villa di Briano, offrono un prodotto tipico dell’agricoltura campana, “la mela annurca” definita “la regina delle mele” e, metodi tradizionali effettuati ancora a mano per consentirne “l’arrossamento” a terra, inducono in detta mela quella fragranza e quel sapore unico ed inimitabile che la caratterizza. Anche se l’agricoltura rimane l’attività predominante, Villa di Briano ultimamente, esprime un intenso fervore commerciale ed industriale che, riguarda sia la periferia sia il retroterra dell’antico abitato. Questo piccolo paese ha origini molto antiche: fu colonia della Gens Potitia Romana, una delle più antiche e prestigiose aristocrazie dell’epoca da cui discende la dinastia longobarda-bizantina dei Principi Puoti, pronipoti di re Desiderio, ultimo re dei Longobardi, padre di re Adelchi e nonno di re king Poto. Vari storici testimoniano l’origine longobarda di un ”borgo” chiamato “Frignano”, provincia di Caserta, una volta provincia di Napoli.
Successivamente Frignano che, proprio nell’epoca di King Poto, fu Curtis Regia deistoria Longobardi, fu divisa in “Frignano maggiore” e “Frignano piccolo”. Frignano piccolo, fin quando il consiglio comunale del 17 novembre 1950 presieduto dal Sindaco Costantino Vanacore, decise di cambiarlo in quello attuale che deriva dal latino 'vallis' valle e dal nome di persona 'Ambriano' che con il tempo è divenuto Mbriano poi Briano. In origine, Frignano piccolo era solo un piccolo villaggio ma, in seguito alla dominazione di vari popoli tra cui, oltre ai Longobardi, si ricordano i Normanni, gli Angioini, gli Spagnoli, divenne un feudo e molti furono i feudatari che vi esercitarono il loro potere, non mancarono duchi e marchesi.
E’ importante citare la famiglia “Pallavicini”, originaria di Genova. Essi governarono il feudo col titolo di “marchesato” e dimorarono nel cosiddetto “PALAZZO MARCHESALE”. Tale palazzo sorge in Via Mazzini e rappresenta ancora oggi una struttura che custodisce mille segreti: alcuni studi testimonierebbero che, all’epoca di Corradino di Svevia (1252-1268), nei tunnel del palazzo che lo collegavano con un monastero, alcuni cavalieri teutoni avrebbero custodito la Sacra Sindone, le bende di Cristo e le Reliquie del Golgota. Oggi si ha l’obiettivo di far divenire il palazzo un vero e proprio centro polifunzionale artistico-letterario; l’attuale amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Dionigi Magliulo, ha acquistato buona parte del terreno del palazzo, con lo scopo di realizzare, in primo luogo, una biblioteca comunale. Un’ulteriore ricchezza di questo paesino, è rappresentata dalla Chiesa parrocchiale. Si tratta di un edificio nato con intenti artistici. Essa si differenzia dalle altre chiese della diocesi, per la posizione del suo campanile, che può definirsi inconsueta, in quanto esso si eleva nella stessa struttura della chiesa e non ai lati. Molto probabilmente la costruzione risale all’anno 1700. La chiesa si eleva di circa 2 metri dal livello stradale; la sopraelevazione comprende un sagrato di forma semicircolare con 11 gradini in pietre selciate; presenta un ingresso principale e due laterali, 3 navate ed è in stile barocco e rinascimentale. L’interno è ricco di affreschi che conferiscono all’ambiente un’atmosfera “caratteristica”.
 
 storia storia storia
 
I “Brianesi”, oltre ad essere devoti alla Vergine “Maria SS Assunta in Cielo”,che ne rappresenta la Patrona, lo sono anche per la Madonna di Briano alla quale, è stato dedicato un SANTUARIO. Tale tempietto, di struttura romanica, rappresenta un vero e proprio punto di riferimento anche per i cittadini dei paesi limitrofi. Chi lo visita per la prima volta, resta sorpreso dalla semplicità di questo edificio, il quale sia esternamente che internamente non presenta alcuna fastosità. La devozione per la vergine di Briano va ricercata nel tempo, si tratta di un culto che non si affievolisce ma che, al contrario, si rafforza sempre più. I cittadini attribuiscono alla Madonna vari episodi miracolosi tra cui uno avvenuto nel 1956, quando una peste decimò la popolazione di molti paesi campani; a villa di Briano si ebbero pochissime vittime in seguito ad una processione verso il santuario; ancora oggi, dopo ormai più di 50 anni, la cittadinanza organizza processioni in segno di ringraziamento e devozione. Il piazzale antistante la chiesetta, il lunedì in Albis, sembra essere troppo piccolo per accogliere le centinaia di persone che vi giungono con qualsiasi mezzo, per poter partecipare a manifestazioni che si ripetono ormai da tantissimi anni; è il momento in cui lo spirito religioso si fonde con il desiderio di divertirsi: decine di carri allegorici giungono dai paesi limitrofi e “i vattienti” danno adito ad una frenesia incontenibile.
torna all'inizio del contenuto